62° Palio remiero del lario e 8° Palio delle Lucie
Domenica 31 Agosto 2025 mattino
A LENNO
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Ciao Stefano, “il papà delle lucie”
Il mio è solo un arrivederci – voglio ringraziarti per quello che hai dato al lago di Como con la tua “Lucia” - sono stati trentanni di passione, sentimenti e fiumi d'inchiostro versati per scrivere tutto e di tutti.
Hai saputo riprendere per mano una manifestazione che le persone del lago stavano perdendo, con la tua caparbietà (solo tu potevi farlo) e per l'amore del nostro lago, sei riuscito nel tuo sogno.
Prendendo il testimone lasciato da Enrico Luigi Ferrario, detto F.E.L. l’ideatore delle regate con le tradizionali imbarcazioni, simbolo del nostro lago, ripristinando nel 1988 la gara, dopo la sospensione, iniziata nel 1972 e facendo diventare storia il “Palio Remiero del Lario”. Quest'estate a Domaso luogo della ripresa, hai avuto la soddisfazione (era ben visibile nei tuoi occhi) di presentare la storia del Palio dal 1947 ai nostri giorni raccolta in un splendido volume e questo ti fa solo che onore.
Durante questo lungo periodo hai trovato ostacoli che solo Tu potevi superare, in particolare ricordo nel 2012 alla 50^ edizione del Palio a Lezzeno eri un fiume in piena rischio l'abbandono – hai preso carta e penna, e il giorno dopo nell'articolo de La Provincia “In margine al Palio” si è letto tutto il tuo disappunto di quello che era successo; virgolettando trascrivo alcune frasi che mi sono rimaste impresse: “.........Quegli episodi, non certo i primi in fatto di sotterfugi e vandalismi, furono la classica goccia d'acqua che fa traboccare il vaso e lo sconsolato Enrico Luigi Ferrario – ideatore e propugnatore del “Palio remiero del Lario” - urlò un secco “BASTA” e la tradizionale manifestazione, anche se non aveva perduto fascino ed entusiasmi, finì in un cassetto dove rimase per ben 17 anni.
Si dice i ricorsi storici? “Il Palio remiero del Lario” - riportato in auge nel 1988 dall'Associazione “Amici della Lucia” - giunto quest'anno alla 25^ edizione del secondo ciclo è a forte rischio di stop come avvenne esattamente nel 1971 dopo cinque lustri.
Quanto accaduto il 2 settembre scorso (forfait di 5 “Lucie” delle sedici previste) è, a mio avviso, di una gravità tale che di primo acchito mi farebbe urlare come il mio predecessore Enrico Luigi Ferrario un “BASTA” da far rimbombare tra le valli che si specchiano nel lago ma che, a bocce ferme, invita ad una lunga e approfondita riflessione prima di decidere uno stop del Palio oppure una sospensione per riesaminare tutte le componenti della tradizionale manifestazione.
Ritengo che sia indispensabile dare un segnale forte, ma è altrettanto necessario non perdere di vista il contributo che il “Palio” e le altre regate con le “Lucie” ad esso collegate, offrono alla propaganda turistica del nostro lago..........” in queste frasi significative si evidenzia la voglia di mollare per la mancanza di rispetto nelle persone che danno l'anima per creare qualcosa per la comunità e nello stesso momento la determinazione di andare avanti per non perdere quello che di bello e meraviglioso è stato costruito in questi anni.
Stefano hai lasciato un'eredità molto pesante, personalmente non penso di essere in grado di portarla avanti e per quanto tempo, prometto che per il grande lavoro che hai fatto fino ad oggi, mi impegnerò nella CONTINUITA' con tutte le mie forze, per non perdere la Tua meravigliosa creatura.
Nella vita eterna incontrerai i tuoi genitori – parenti e soprattutto gli amici che nella vita terrena insieme avete collaborato per ravvivare sul lago la nostra “Lucia” - il maestro d'ascia e grande remigatore Amos Mostes Matteri, il figlio Pinuccio costruttore di barche, l'inventore di prototipi Francesco Bazzoni, il remigatore di Domaso Franco Alietti detto Gnac esperto di voga in piedi e Arturo Cerfoglio esperto di remature, Gilberto Pellolio protagonista nelle varie vittorie e Giuseppe Vanini consigliere nelle diverse strategie di gara e tante altre onorevoli persone che hanno avuto la fortuna di partecipare alle manifestazioni folkloristiche e sportive delle “Lucie”.
Ci sono tutti gli ingredienti – esperienza – conoscenza – professionalità – tecnica - arte e tanta umiltà - per iniziare nel vostro lago “Il Palio eterno”, sicuramente e sono certo, il tutto nello spirito della serenità, amicizia, onestà, correttezza, legalità, imparzialità, trasparenza e rispetto - ora ti lascio come ho iniziato - Ciao Stefano, “il papà delle lucie”.
Dicembre 2016 Gianfranco Buzzi
che l’amore e l’amicizia prevalga soprattutto su tutte le cose materiali
che pace, armonia, umiltà e rispetto trovino alloggio in tutti i cuori
Nel nostro sito potrete trovare informazioni sulla nostra associazione e le nostre attività. Approfondire meglio cosa facciamo e soprattutto cosa possiamo fare per voi.
Questo sito vi consentirà di conoscerci meglio e di entrare in qualsiasi momento in contatto con noi per ricevere maggiori informazioni.
Associazione “AMICI DELLA LUCIA” che dal 1984 si impegna senza scopo di lucro alla Promozione Turistica Folkloristica e Sportiva sul Lago di Como con la splendida e tradizionale imbarcazione “Lucia”
La sincerità e la trasparenza sono la
massima forma di rispetto nei confronti degli altri.
In margine al “Palio”
Così titolava i suoi “commenti” il F.E.L. a completamento delle cronache della manifestazione. Quest'anno lo faccio io dopo avere prima riportato alla memoria la parte conclusiva dell'articolo del cronista del tempo, l'indimenticabile Enrico Lucini, con il resoconto del “Palio 1971”.
“Il pomeriggio sportivo – così scriveva il Lucini - ha visto la sua conclusione con la disputa del 25° Palio Remiero del Lario per le tipiche imbarcazioni “Renzo e Lucia”. Purtroppo dobbiamo dire che se lo svolgimento di questa spettacolare prova è riuscito perfetto sul campo di gara, così non è stato per il fattore imbarcazioni. Infatti all'imbarcazione di Bellagio Borgo, dopo una attenta verifica, veniva riscontrata una irregolarità nel peso, risultato di molto inferiore a quello contemplato dal regolamento e pertanto essa veniva tolta dall'ordine di arrivo e la vittoria assegnata a tavolino al Domaso. Caliamo il sipario su tanta festività con una nota di rammarico. Purtroppo ancora una volta il poco rispetto della cosa altrui e l'incivismo ha avuto modo di mettersi in mostra. Al termine della giornata di domenica (n.d.r. “UL TIVAN” usciva il sabato successivo) persone sconosciute (si è però in possesso dei numeri delle targhe automobilistiche) dopo aver rotto le aste dei gonfaloni si eclissavano velocemente asportando quattro di essi di proprietà del comune di Como”.
Quegli episodi, non certo i primi in fatto di sotterfugi e vandalismi, furono la classica goccia d'acqua che fa traboccare il vaso e lo sconsolato Enrico Luigi Ferrario – ideatore e propugnatore del “Palio remiero del Lario” - urlò un secco “BASTA” e la tradizionale manifestazione, anche se non aveva perduto fascino ed entusiasmi, finì in un cassetto dove rimase per ben 17 anni.
Si dice i ricorsi storici? “Il Palio remiero del Lario” - riportato in auge nel 1988 dall'Associazione “Amici della Lucia” - giunto quest'anno alla 25^ edizione del secondo ciclo è a forte rischio di stop come avvenne esattamente nel 1971 dopo cinque lustri.
Quanto accaduto il 2 settembre scorso (forfait di 5 “Lucie” delle sedici previste) è, a mio avviso, di una gravità tale che di primo acchito mi farebbe urlare come il mio predecessore Enrico Luigi Ferrario un “BASTA” da far rimbombare tra le valli che si specchiano nel lago ma che, a bocce ferme, invita ad una lunga e approfondita riflessione prima di decidere uno stop del Palio oppure una sospensione per riesaminare tutte le componenti della tradizionale manifestazione.
Ritengo che sia indispensabile dare un segnale forte, ma è altrettanto necessario non perdere di vista il contributo che il “Palio” e le altre regate con le “Lucie” ad esso collegate, offrono alla propaganda turistica del nostro lago.
Per evitare la decisione di uno stop definitivo (che vi assicuro è appena dietro l'angolo) ed optare per il proseguimento del cammino (non sempre agevole per coloro che si sono impegnati e si impegneranno ancora con lodevole spirito di volontariato per mantenere viva la secolare storia della “Lucia” e le tradizioni del nostro lago) è essenziale che quanti hanno un ruolo ben definito nella compartecipazione allo spettacolare appuntamento di fine estate abbiano a tenere fede responsabilmente a tale ruolo.
A cominciare dai Comuni rivieraschi proprietari delle “Lucie” presenti alle regate. Ad essi va ricordato che:
il “Palio remiero del Lario” venne creato per loro, perché avessero un'attrattiva in più da offrire ai turisti e ai villeggianti allontanati dai loro territori dalla seconda guerra mondiale;
nel 1986 Provincia e Camera di commercio, paventando la estinzione della caratteristica barca lariana, erogano loro contributi promozionali (pari al 50% del costo della lucia ) con l'impegno di partecipare tutti gli anni al “Palio” che da il 1988 sarebbe ritornato in auge;
un'altro più sostanzioso contributo (pari all'80% del costo) venne erogato dalla “Provincia “ ad una ventina di Comuni per acquistare una nuova “Lucia” onde mandare in pensione la prima che ormai accusava visibilmente gli anni.
Sarei contento di essere smentito ma si è a conoscenza che un solo comune (Cernobbio) comprata la “Lucia” provvide subito ad inserirla nel “Patrimonio comunale” e a chi voleva usarla veniva presentato un corposo regolamento che, letto, scoraggiava il richiedente, come capitò a due giovani intenzionati a partecipare per Cernobbio alle nostre regate. Il regolamento, mi è stato confermato, esiste tuttora.
Quanti della ventina di Comuni che hanno beneficiato dell'operazione “Salviamo la Lucia” si sono preoccupati di fare altrettanto magari con un regolamento un pochino meno impegnativo?
La maggior parte ha dato la barca a due baldi giovanotti vogliosi di remare assicurandosi solamente che sulle fiancate figurasse bene in mostra il nome del Comune, dimenticandosi poi, colpevolmente, di seguirne lo stato di conservazione e manutenzione trattandosi di un bene comunale pagato con i soldi di tutti noi.
Esempio eclatante del disinteresse e del non rispetto della cosa pubblica la “Lucia” del 2006 del Comune di Menaggio (costata ai contribuenti come le altre poco più di 9.000 euro). Riconsegnata un paio di anni fa dai vogatori che l'avevano usata durante la stagione, era rimasta sulla riva rifiutata da altri atleti perché “bollata” di essere stata manomessa nella sua struttura originale. Ora è ben in vista nel giardino di un grande albergo del luogo.
Le conseguenze dello scarso interessamento dei Comuni sono evidenti.
I vogatori si ritengono “padroni” dell'imbarcazione e mentre ci sono quelli che la tengono in ordine come fosse veramente “loro” altri la trascurano ed altri ancora arrivano a manometterla pensando di ottenere migliori prestazioni.
Cari Comuni questo andazzo deve finire e - con l'aiuto delle società di canottaggio che li hanno tra i loro tesserati - bisogna far capire ai vogatori che vi rappresentano nelle regate che la partecipazione deve essere, sempre ed ovunque, di tutta la vostra comunità e non egoisticamente “personale”, pretendendo un comportamento degno dei colori delle canottiere che indossano.
Ai vogatori che hanno disertato per protesta la doppia festosa ricorrenza del “Palio remiero del Lario” mi sento di dire che il loro atto (aggravato dalla premeditazione e dal tentativo di coinvolgere altri atleti) è da definirsi vergognoso. Meglio sarebbe stato gareggiare e all'arrivo presentare l'eventuale reclamo attenendosi ai regolamenti o, meglio ancora, restituire l'imbarcazione al rispettivo Comune informandolo della decisione presa. Il loro deprecabile comportamento è invece risultato offensivo nei confronti dei Comuni rappresentati, dei promotori della manifestazione, della F.I.C.s.f. E delle società per le quali sono tesserati, degli sponsor che aiutano a tenere vive le tradizioni e degli spettatori sempre numerosi quando sono in gara le “Lucie”.
Per gli “ammutinati” tesserati dall'Associazione “Amici della Lucia” - accertate le singole responsabilità – saranno adottati sicuramente drastici provvedimenti.
Agli equipaggi non coinvolti nella protesta consiglio di attenersi sempre ai dettami etici dello sport dilettantistico, lasciando da parte certi atteggiamenti mascherati di falso campanilismo, atteggiamenti che a volte provocano risentimenti peraltro né scusabili né accettabili.
Concludo, chiedendo ai rappresentanti
BONETTI stefano 2012